Resti dell’abbazia-fortezza “La preta re lo Piesco” – Frigento (Avellino)

Resti dell'abbazia - fortezza "La preta re lo Piesco" - Frigento (Avellino)Resti dell'abbazia - fortezza "La preta re lo Piesco" - Frigento (Avellino)

I resti del castello longobardo di “La preta re lo Piesco”, nel comune di Frigento (Avellino), hanno una storia molto singolare, affascinante e plurisecolare.

Statua Arcangelo Michele - Preta re lo Piesco - Frigento (Avellino)

Statua dell’Arcangelo Michele – Preta re lo Piesco – Frigento (Avellino)

Il monumento è collocato in località Migliano a 7 km di distanza dal centro abitato del comune irpino.

Originariamente la zona, oggi occupata da quello che rimane di un castello-abbazia-fortezza ospitava anche un’antichissima chiesetta dedicata all’Arcangelo Michele.

La storia dell’ascesa storica della zona di Frigento, dove oggi esistono i resti del castello di Sant’Angelo a Pesco, è da ricercarsi nella fase storica della congiura di palazzo avvenuta nella “Longobardia Minor” che portò all’assassìnio di Sicardo, principe di Benevento, ad opera del suo tesoriere Radelchi e degli amalfitani.

E’ poi nella divisio ducatus il motivo del cambio di destinazione d’uso delle proprietà dove oggi sorgono i resti dell’antico maniero del Pesco.

In antichi documenti longobardi, infatti, viene indicata per la prima volta l’area territoriale occupata dall’attuale comune di Frigento col nome di Frequentum.

Resti del castello longobardo di Sant’Angelo a Pesco

Resti del castello longobardo di Sant’Angelo a Pesco

E’ con il Capitolare di spartizione del Ducato di Benevento dell’849 d.C., voluto dall‘imperatore Ludovico II, dopo 10 anni di guerra civile, che si sancisce la divisione dell’antico Stato beneventano in due parti.

Da una parte il Principato di Salerno e dall’altra il Principato di Benevento, che vide un forte ridimensionamento dei suoi confini territoriali e la nascita di nuove aree di confini da presidiare e sorvegliare.

Ora il territorio del Principato di Benevento poteva contare con il territorio del Molise, del Sannio e della Puglia a nord della città di Taranto.

Il territorio dell’attuale “preta re lo Piesco“, per la sua ottima posizione strategica,  nel corso del tempo, diventa un luogo dove insediare un avamposto per la sorveglianza dei confini e del territorio circostante da parte del nuovo e ridimensionato Principato di Benevento.

Questi sono gli anni in cui maturano le decisioni da parte di Radelchi, principe di Benevento, e da parte dei suoi strateghi della costruzione delle fortificazioni della zona di “preta re lo Piesco” e del sistema di fortificazioni  nel territorio del comune di Rocca San Felice.

Rocca San Felice

Rocca San Felice (Avellino)

Dall’altra parte, in contrapposizione,  Sinonolfo, principe di Salerno, risponde con la costruzione delle fortificazione e dei castelli  di Sant’Angelo dei Lombardi, di Guardia dei Lombardi e di Torella dei Lombardi per la salvaguardia e per la difesa dei confini territoriali.

A questo punto il piccolo torrente Fredane diventa uno dei punti del confine territoriale tra il Principato di Salerno e il Principato di Benevento da difendere e da tenere sotto stretta osservazione.

Nel 1215 d.C. alla costruzione di “La preta re lo Piesco”, ancora presente in località Migliano, vengono aggiunte nuova mura resistenti per trasformarla  in fortezza militare per il controllo e l’avvistamento dei nemici provenienti dai territori circostanti.

In epoca più moderna, fra il 1861 ed il 1870, sembra che i resti del castello-abbazia-fortezza presente nel territorio di Frigento  siano stati utilizzati come covo e presidio di briganti.

In racconti e leggende,  tramandate in maniera orale nella comunità di Frigento, infatti, si parla di “La preta re lo Piesco”, di tesori nascosti all’epoca del brigantaggio e di storie di fantasmi.