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lang="it-IT"> Grotta dell'Angelo nel comune di Sant'Angelo a Fasanella (Salerno) – Turistavagamondo.it
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Grotta dell’Angelo nel comune di Sant’Angelo a Fasanella (Salerno)

Grotta dell'Angelo nel comune di Sant'Angelo a Fasanella

Grotta dell'Angelo nel comune di Sant'Angelo a Fasanella

Ci sono molti posti del Cilento interno che mi sono rimasti nel cuore per bellezza e per unicità, però, la visita alla Grotta dell’Angelo è una di quelle visite che ti emozionano subito per la suggestione, la sacralità ed il misticismo del luogo.

Panorama del borgo medievale di Sant’Angelo a Fasanella visto dall’ingresso della chiesa rupestre di San Michele Arcangelo

La Grotta dell’Angelo è collocata a meno di 500 metri dal centro abitato del comune alburnino di Sant’Angelo a Fasanella, in provincia di Salerno.

Il luogo occupato dalla grotta è stato abitato sin da epoca preistorica ed è stato anche un antichissimo luogo di culto pagano delle acque.

L’ingresso della stupenda chiesa rupestre, dedicata al culto dell’Arcangelo Michele, si raggiunge facilmente dopo aver fatto una breve salita, in una zona molto panoramica, lungo un percorso lastricato con pietre.

Secondo la leggenda – questa storia ci è stata raccontata da una guida locale molto esperta – a scoprire la grotta sarebbe stato il principe dell’antica Fasanella, Manfredi, mentre svolgeva una battuta di caccia con il suo fedele falcone.

A quanto pare il rapace prediletto dal principe era molto curioso e durante una battuta di caccia fece perdere le sue tracce infilandosi in un’apertura nella roccia della montagna non molto distante dal castello.

Il principe Manfredi, avendo perduto il suo fedele compagno di caccia, corse subito a chiamare altri suoi servitori affinché organizzassero delle squadre per rintracciare il suo insostituibile falcone.

Ingresso della chiesa rupestre di San Michele Arcangelo nel comune di Sant’Angelo a Fasanella (Salerno)

Durante la ricerca del falcone il principe facendosi largo fra la vegetazione notò,  la presenza di un’insenatura nella roccia, la oltrepassò, dopo aver fatto rimuovere detriti e rocce dai suoi servitori, e fece una scoperta sensazionale.

All’interno di un’ampia caverna naturale, il principe Manfredi trovò un antico altare e notò, con suo enorme stupore, dopo un’attenta esplorazione, volgendo lo sguardo verso la parete in fondo alla grotta la presenza d’impronte simili ad ali.

Da questo momento il ritrovamento dell’antichissima grotta, poi consacrata a San Michele Arcangelo, cambierà le sorti del medievale abitato dei Fasanella e dei suoi cittadini.

La scoperta di questa grotta straordinaria, ricca di storia, infatti, rivoluzionerà addirittura il futuro toponimo dell’abitato dei Fasanella.

Il borgo medievale, infatti, da territorio “dei Fasanella” cambierà nome ed assumerà il toponimo di Sant’Angelo a Fasanella, in onore di San Michele Arcangelo.

Il culto di San Michele Arcangelo viene ancor oggi praticato nell’antica e splendida chiesa rupestre nella grotta.

Continuando il racconto facciamo notare ai turisti, prima d’entrare nella grotta, che all’esterno, appoggiati alla roccia, si possono vedere i resti di quello che rimane dell’antico monastero benedettino.

Particolare della grotta con vista sull’altare di San Michele Arcangelo

Nell’ XI secolo la chiesa-grotta di San Michele era gestita da una comunità di religiosi appartenenti all’ordine dei Benedettini che giunsero dal  monastero della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni.

Oggi i resti del monastero sono stati riadattati e sono utilizzati come torre campanaria a servizio della chiesa rupestre.

All’interno del più importante stanziamento religioso rupestre degli Alburni gli studiosi ed i turisti  possono ammirare  pregevoli  sculture, un antico pozzo, un’edicola in stile gotico,  una cappella, antiche tombe, ceramiche napoletane del XVII secolo, stalagmiti, stalattiti ed affreschi del ‘300.

Prima di varcare l’ingresso della grotta, però, soffermatevi  sul  portale d’ingresso.

Il portale, in pietra, del quattrocento è molto semplice e lineare ed è stato creato dalla mano esperta del famoso scultore cilentano Francesco da Sicignano.



Sul lato destro del portale, alla base,  si può vedere la scultura di un leone  e sul lato apposto la scultura di una leonessa, in stile neo-romanico.

I simboli del leone e della leonessa nell’antichità venivano inseriti  sui portali delle chiese per ricordare ai visitatori il simbolo della guardia e, soprattutto, per ricordare di stare attenti perché qualsiasi profanazione del luogo condurrebbe ad una punizione divina.

Entrando nella grotta, guardando di fronte, possiamo ammirare un monumento funerario del 1585 dell’Abate Francesco Caracciolo, fatto costruire dal nipote Fabio Caracciolo, a ricordo dello zio.

Madonna bizantina con bambino

Voltando il nostro sguardo possiamo vedere, ad un’altezza di più di 4 metri, una bellissima edicola gotica finemente colorata.

Da notare, inoltre, la presenza di tre altari: l’altare della Madonna dell’Immacolata ritratta su un enorme quadro, l’altare di Gesù morto e l’altare centrale di San Michele Arcangelo.

Splendida la statua della Madonna bizantina con bambino del 1100 ed il pavimento in cotto napoletano del ‘600.

Addentrandoci nella grotta, in fondo, sull’altare centrale, in tutto il suo splendore seicentesco, possiamo ammirare la statua, in marmo, dell’Arcangelo San Michele creata dallo scultore Giacomo Colombo d’Este.

Alle spalle dell’altare di San Michele si può vedere l’antica fonte battesimale e si  possono notare, guardando in alto, le impronte delle ali raccontate nella leggenda del principe, del falcone e del ritrovamento di questa antichissima grotta.

Nella fonte battesimale anticamente scorreva acqua in abbondanza ed i battesimi venivano eseguiti con l’antico rito cristiano del battesimo per immersione.



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