Alla ricerca della tomba di uno dei 12 apostoli di Gesù: San Matteo evangelista

Duomo di SalernoDuomo di Salerno

La ricostruzione della vita di San Matteo, apostolo ed evangelista, e della storia della sua tomba ha un excursus storiografico e leggendario molto affascinante.

Per poter ricostruire la storia della tomba di Matteo, esattore di tasse all’epoca dei romani, poi divenuto apostolo di Gesù, evangelista e Santo dobbiamo attingere da fonti storiche e leggende che parlano della traslazione delle reliquie dell’autore del primo dei quattro Vangeli in cui viene raccontata la predicazione e la vita di Gesù.

La porta dei leoni del Duomo di Salerno

La porta dei leoni del Duomo di Salerno

San Matteo nacque nella città di Cafarnao, un’antica città della Galilea sulle rive del lago di Tiberiade, in Israele,  nel 4 o 2 a. C.

Dopo la morte di Gesù, come suo discepolo, dedicò tutta la sua vita alla predicazione ed alla diffusione del messaggio di Gesù fino al suo martirio, in Etiopia,  il 24 gennaio 70 d.C.

San Matteo predicò in Palestina, in Etiopia, in Persia, in Macedonia e in Irlanda.

Le spoglie di San Matteo giunsero nella città di Salerno dopo secoli di pellegrinazioni in altri luoghi.

Secondo la leggenda  alcuni marinai e mercanti Bretoni provenienti dall’Etiopia furono i primi a trasportare le reliquie di San Matteo dall’Etiopia fino alla città di Legio, in Bretagna.

Fino al ‘400 le reliquie di San Matteo si trovavano custodie in un’antica abazia dedicata al Santo in Normandia e più precisamente a Capo San Matteo.

La prima tappa del viaggio delle reliquie di San Matteo dalla Bretagna in terra italica risale al V secolo d. C. quando si parla della presenza di esse nell’antica Lucania e più precisamente nella città di Parmenide, Velia.

Secondo il racconto un comandante romano, Gavinio, avrebbe sottratto alla Bretagna le reliquie di San Matteo e le avrebbe trasportato fino alla città di Velia, dove vennero nascoste e perdute nel tempo.

La leggenda poi attribuisce ad un sogno fatto da Pelagia, una donna molto devota, il ritrovamento delle reliquie perdute di San Matteo nella città di Velia.

A Pelagia San Matteo si manifesta in sogno e le chiede di cercare le sue reliquie fra i resti dell’antica basilica paleocristiana di Velia.

A ritrovare i resti del Santo, secondo il racconto, fu un monaco chiamato Atanasio, figlio di Pelagia, nella città di Velia, vicino ad una fonte termale.

Nel 412 d. C. le reliquie di San Matteo vengono spostate nuovamente.

Con la conquista della città di Velia da parte dei pirati Saraceni, infatti, i cristiani, impauriti per la sorte delle reliquie di San Matteo, fecero portare dallo stesso Atanasio all’interno di una piccola cappella, nell’attuale comune di Casal Velino, in provincia di Salerno, le reliquie del Santo evangelista.

Le reliquie di San Matteo, dal 450 d. C. al 954 d. C., trovarono pace e furono gelosamente custodite all’interno della piccola cappella di Casal Velino per più di 500 anni.

Una volta spogliata del suo tesoro, della piccola cappella se ne persero le tracce nel corso del tempo.



Oggi, nella zona chiamata “ad Duo Flumina“, nel comune di Casal Velino, nel luogo dove sorgeva la vecchia cappella è stata ricostruita una nuova.

In un’iscrizione latina su una lapide commemorativa del XVIII secolo, trovata su una sepoltura, viene ricordato l’episodio della traslazione dei resti mortali di San Matteo dall’antica Lucania a Salerno.

Cattedrale di Salerno

Cattedrale di Salerno

La nuova cappella è, ancor oggi, dedicata al culto di San Matteo.

Prima di essere trasferito a Salerno le reliquie di San Matteo vennero portate presso il santuario della Madonna del Granato nella cittadina di Capaccio-Paestum.

Secondo la ricostruzione storica ufficiale il corpo di San Matteo  sarebbe arrivato a Salerno il 6 maggio del 954 d.C. per volere del re longobardo Gisulfo I.

In un primo momento le reliquie di San Matteo rimasero nel palazzo del principe longobardo Gisulfo I e, poi, per ragioni di sicurezza vennero tanto accuratamente nascoste che se ne persero le tracce.

Le reliquie di San Matteo vennero, poi,  ritrovate nel 1080 d. C.  e furono collocate nel Duomo di Salerno nel 1084 d. C.

A testimoniare il ritrovamento ufficiale e storico delle reliquie di San Matteo esiste un’antica comunicazione scritta di Papa Gregorio VII, poi divenuto Santo.

Papa Gregorio VII, il 18 settembre del 1080, scrivendo ad Alfano I, arcivescovo pro-tempore  della città di Salerno, mandava le sue felicitazioni per il ritrovamento delle reliquie del primo evangelista di Gesù e parla di un <<thesaurus magnus>>.

Oggi le spoglie mortali di San Matteo  continuano ad essere custodite all’interno del Duomo Normanno di Salerno nella  parte centrale della bellissima cripta barocca della cattedrale.

 

Festa di San Matteo

La festa di San Matteo  si svolge nella città di Salerno 2 volte all’anno:

  • Il 21 settembre;
  • Il 6 maggio.

Il 21 settembre per i salernitani è la festa più grande dedicata al Santo evangelista di Gesù.

Nel giorno del suo martirio a San Matteo viene dedicata una solenne processione che attraversa il centro storico di Salerno fino ad arrivare alla chiesa dell’Annunziata e, poi,  rientrare nuovamente al Duomo.

Il 6 maggio, invece, viene festeggiato il giorno della traslazione definitiva delle reliquie del Santo dall’antica Lucania nella città di Salerno.

 

San Matteo patrono e protettore

San Matteo è patrono e protettore dei banchieri, dei ragionieri, dei commercialisti, dei contabili, dei finanzieri, dei doganieri e degli esattori.

 

L’evangelista Marco (2,14) parla del primo incontro tra Gesù e San Matteo

Nel passare, vide Levi (il futuro San Matteo), il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse:<<Seguimi>>. Egli, alzatosi, lo seguì.